Il consumo di alcol in Italia
Secondo l’Osservatorio nazionale alcol (Ona) del Cnesps, in Italia nel 2012, il 78,3% degli uomini e il 51,8% delle donne di età superiore a 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica, per un totale di quasi 35 milioni di individui. Inoltre, a fronte di una tendenza alla diminuzione registrata a partire dal 2003, nel corso dell’ultimo anno la prevalenza di consumatori di bevande alcoliche si è mantenuta pressoché stabile.
Consumatori di vino, birra, aperitivi alcolici, amari e superalcolici
Nel 2012, i consumatori di vino sono stati pari al 51,9% della popolazione di età superiore a 11 anni, con una marcata differenza di genere (il 65,6% degli uomini e il 39,1% delle donne). Inoltre, dall’analisi delle prevalenze, è emersa una riduzione dei consumatori rispetto al 2011, per entrambi i sessi (-1,6 punti percentuali per gli uomini e -1,2 punti percentuali per le donne).
I consumatori di birra, nel 2012, sono stati il 45,8% della popolazione con valori doppi per gli uomini rispetto alle donne (61% vs 31,5%). Tra le donne si osserva un aumento significativo rispetto all’anno 2003 delle consumatrici ultra 65enni (+2,9).
Gli aperitivi alcolici sono stati consumati, nel 2012, dal 31,5% della popolazione di età superiore a 11 anni (41,9% degli uomini e 21,7% delle donne). Inoltre, rispetto alla precedente rilevazione sono aumentati significativamente i consumatori uomini ultra 65enni (+2,9 punti percentuali). Tra le donne si è registrato un incremento di 3,4 punti percentuali rispetto al 2003 e un incremento di 1,5 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione, con un aumento significativo anche nella fascia 19-64 anni (+5 punti percentuali rispetto al 2003 e +2 punti percentuali rispetto al 2011).
Nel 2012, gli amari sono stati consumati dal 26,3% della popolazione di età superiore a 11 anni e la prevalenza tra gli uomini è stata più del doppio di quella tra le donne (39,1% vs 14,5%). Per entrambi i sessi i consumatori di 19-64 anni sono diminuiti rispetto alla precedente rilevazione.
Nel 2012, il 23,9% della popolazione di età superiore a 11 anni ha assunto liquori e superalcolici (35,5% degli uomini e 13,1% delle donne).
Comportamenti a rischio
Da circa 2 anni le evidenze scientifiche nazionali, europee e internazionali hanno portato all’aggiornamento delle Linee guida sul consumo di alcol e, dal 2015, verranno aggiornate anche le stime relative all’indicatore dei consumatori a rischio che terranno conto dei nuovi limiti da non eccedere per non incorrere in rischi per la salute.
Tali limiti, pubblicati dal ministero della Salute nella sezione “alcol - istruzioni per l’uso” e acquisiti dai nuovi Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti (Larn), ribadiscono la necessità di non superare mai le quantità definite a minor rischio (lower-risk drinking):
• 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini
• 1 unità alcolica al giorno per le donne
• 1 unità alcolica al giorno per le persone con più di 65 anni
• zero unità di alcol sotto i 18 anni
• Consumatori fuori pasto: nel 2012, il 37,2% degli uomini e il 15,6% delle donne ha consumato vino o alcolici fuori pasto. L’analisi per classi di età mostra che la prevalenza aumenta dalla fascia 11-17 anni e raggiunge valori massimi tra gli uomini nella fascia di età 18-44 anni (48,6%) e, tra le donne, nella fascia di età 18-24 anni (36,6%).
• Consumatori binge drinking: in Italia si definisce consumo binge drinking l’assunzione di oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche (un bicchiere corrisponde a una Unità standard, contenente 12 grammi di alcol puro), indipendentemente dal sesso, concentrato in un’unica occasione di consumo. Nel 2012, l’11,1% degli uomini e il 3,1% delle donne di età superiore a 11 anni ha dichiarato di aver consumato, almeno una volta negli ultimi 12 mesi, 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione, con una frequenza che cambia a seconda del genere e della classe di età della popolazione. Le percentuali di binge drinker di entrambi i sessi aumentano a partire dai giovani al di sotto dell’età legale (18 anni) e raggiungono i valori massimi tra i 18-24enni (il 20,1% degli uomini e il 9,1% delle donne). Oltre questa fascia di età le percentuali diminuiscono nuovamente per raggiungere i valori minimi negli ultra 75enni (maschi 2,6%; femmine 0,6%).
Fonte
- Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute – EPICENTRO