Alcol

Per studiare come l’effetto dell’esposizione prenatale all’alcol porti alla sindrome fetale alcolica, i ricercatori del Dipartimento di Anatomia dell’Università della California.

Pubblicato il report dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) sullo stato globale della situazione alcol e salute.

Aiutare gli altri aiuta anche se stessi. La terapia dell’auto aiuto, uno dei principi chiave degli alcolisti anonimi (AA), applicata in molti centri anche nel nostro paese, diminuisce i casi di alcolismo grazie ad uno spostamento dell’attenzione da sé agli altri.

La medicina tradizionale cinese come metodo alternativo per curare l’alcolismo. Questo il tema della revisione della letteratura scientifica fatta dal prof. Jian-Hui Liang, dell’Istituto Nazionale sulle Dipendenze dell’Università di Pechino (Cina) e pubblicata sulla rivista The American Journal of Chinese Medicine.

La pubblicazione dal titolo “Cannabis e danni alla salute - Aspetti tossicologici, neuropsichici, medici, sociali e linee di indirizzo per la prevenzione e il trattamento” è stata prodotta in collaborazione con l'ufficio per la droga e il crimine delle Nazioni Unite (UNODC) e con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR).

Ridurre la piaga dell’alcolismo con strategie mirate. Questo il must dell’ultimo report pubblicato dall’OMS Europa, la sede europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Uno studio australiano ha evidenziato che tra i disturbi causati dal consumo di alcol emerge l'alissitimia, ovvero la difficoltà di individuare e comunicare le emozioni.

La piaga dell’obesità è salita negli Stati Uniti dal 15% del 1970 al 33% del 2004. Tra le varie cause che portano all’obesità, i ricercatori dell’Università di Washington (USA), hanno rilevato un elevato rischio di correlazione tra l’alcolismo e l’obesità.

L'obiettivo dello studio è quello di valutare se il consumo pro capite di alcol negli adulti è legato al livello di consumo di alcol e tabacco negli adolescenti.

Capire la natura dell’associazione tra il bere compulsivo ed altri comportamenti a rischio come il consumo di sostanze, i rapporti sessuali non protetti, il gioco d’azzardo. Questo l’intento dello studio realizzato dalla dott.ssa Pedrelli e dal suo team, su un gruppo di oltre 900 studenti ventenni e pubblicato sulla rivista American Journal of Addictions.